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venerdì, settembre 01, 2006

Le idee degli utopisti

di Lino Siciliano - Vladimir Bukovskij, dissidente sovietico ha pubblicato un libro di memorie dal titolo "Il vento va e poi ritorna" (1978), ricco di riflessioni originali e profonde.
Un libro che dimostra come l'utopia dell'uguaglianza porti alle aberrazioni del sistema che pretende di poter influire sulle idee stesse degli uomini, in seguito alcuni stralci estremamente interessanti.

Con grande interesse continuai a leggere, e mi rilessi tutti i socialisti utopisti, tutti quelli che riuscii a procurarmi. E rimasi sbalordito, in effetti tutte le loro utopie si erano realizzate nel nostro paese! O meglio si erano realizzate per quanto possibile tra gli uomini. Noi semplicemente fummo i piú zelanti e coerenti esecutori di queste utopie. Notate che tutte queste teorie presuppongono degli uomini straordinari, uomini onesti, obiettivi, che si preoccupano del bene comune, chissà dove sono andati a finire tutti i furfanti? Per questo è necessario isolare il nuovo stato dalle influenze esterne, ed eccovi cosí la cortina di ferro.

[...]

E infine, il principio piú importante di tutti gli utopisti: si ritiene sia sottinteso, che gli uomini nati e cresciuti sotto i nuovi ordinamenti saranno completamente diversi, uomini cioè adatti a questo regime. Ecco il loro errore fondamentale: credevano seriamente che l’uomo venga al mondo vuoto come un recipiente e malleabile come la cera, per cui, affermavano, non ci sarebbero stati piú delitti, scontentezza, invidia e cattiveria.

La fiducia straordinaria, ingenua e disumana di tutti i socialisti nella forza dell’educazione ha trasformato i nostri anni di scuola in un tormento, e ha coperto il paese di campi di concentramento. Nel nostro paese educano tutti, piccoli e grandi, e tutti debbono educarsi l’un l’altro. Riunioni, comizi, dibattiti, informazione sulla situazione politica internazionale, sorveglianza, controlli, misure collettive, subbotniki e competizioni socialiste. Per i casi piú difficili, lavoro fisico duro nei campi di concentramento, quello stesso lavoro cui aspirava Tolstoj. E come edificare in altro modo il socialismo? A quindici anni, io già capivo tutto questo. Chiedete anche adesso a un qualsiasi socialista occidentale: che fare in regime socialista con coloro che dissentono? Educarli, risponderà.

[...]

? straordinario, terribile e disumano questo sogno dell’assoluta uguaglianza di tutti. Appena esso s’impossessa delle menti degli uomini, subito sangue a fiumi e montagne di cadaveri, subito si comincia a raddrizzare i gobbi e a scorciare i lunghi.