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venerdì, agosto 25, 2006

Un capitolo di storia dimenticato

di Lino Siciliano - Alla fine di aprile del 1945 gli americani allestirono, nei pressi di Pisa, alcuni campi di prigionia, destinati ad ospitare migliaia di prigionieri di guerra tedeschi, russi, slavi e italiani della RSI. L'esistenza di Coltano fu taciuta all'opinione pubblica fino a metà settembre 1945, dopo che gli americani il 30 agosto trasferirono alle autorità italiane la giurisdizione di quel campo.

Ma pare che le nostre intellighenzie non vogliano parlare dei campi di concentramento, dove sono finiti i nostri compatrioti, i famigerati campi PWE (prisoners of war estate), la gravità dei fatti è dovuta anche al fatto di essere compiute a guerra finita, solo per umiliare ed uccidere il nemico.
In Italia nella sola toscana esistevano i campi PWE 334, 336, 337, 338, 339, in particolare il campo di Coltano (337) si distinse per particolare durezza dove i detenuti erano scalzi, spesso nudi e malati, furono in pochi a sopravvivere, secondo le autorità in 6 mesi morirono nel solo campo 337 oltre 32.000 persone, la maggior parte per fame (i pochi reduci raccontano le giornate al pascolo quando per pranzo veniva servita l'erba dei campi di Coltano all'interno del recinto).

A Coltano passò anche il poeta anticonformista americano Ezra Pound, incarcerato per crimini di guerra senza mai aver imbracciato il fucile, fu tenuto in condizioni particolari: in un recinto di filo spinato soggetto alle intemperie e con un particolare sistema di lamiere che lo "bruciavano" riflettendo i raggi solari. Fu evidentemente un colpo troppo duro per la geniale mente del 60enne Pound che iniziò ad accusare claustrofobia, attacchi di panico e crisi isteriche, problemi che portarono le autorità americane a rinchiudere Pound per 12 anni in manicomio.

I morti nei campi PWE in pochi mesi sono diverse decine di migliaia, le autorità italiane li chiudono nei primi giorni di novembre registrando i dati, dati che non verranno mai pubblicizzati se non su qualche libro di stampa alternativa, tra questi si può trovare il testo "Coltano 1945, un campo di concentramento dimenticato" di Pietro Ciabattini (Mursia, 1995).

A queste opere di "pace e democrazia" vanno aggiunte le stragi partigiane (vedi Schio o Strà), il dramma delle foibe e le violenze a fascisti o presunti tali nel corso dei primi mesi seguenti alla guerra (circa 90.000 morti), dimostrazione di come l'odio e la violenza non hanno colore politico e come la storia dei vinti venga volutamente dimenticata.