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lunedì, agosto 28, 2006

I motivi dell'invio del contingente in Libano

di Lino Siciliano - "Un deputato italiano invita Aoun a Roma" questo il titolo del giornale libanese "L'Orient - Le Jour", ma se il titolo è già eloquente, l'articolo spiega i motivi della passeggiata e delle parole di D'Alema.

Il deputato italiano Ali Rachid, in visita in Libano, si è recato ieri a Rabieh dove si è intrattenuto con il generale Michel Aoun in presenza di Gebran Bassil, esponente della CPL. Al termine dell’incontro Rachid ha comunicato di aver rivolto un invito al generale da parte del Parlamento italiano.
"Tengo, d’altra parte, a esprimere il nostro appoggio alle posizioni del generale Aoun; abbiamo esaminato con lui la possibilità di rafforzare i legami tra il suo gruppo parlamentare e i parlamentari italiani."
Ali Rachid si è in seguito richiamato alla partecipazione dell’esercito italiano all’Unifil, chiarendo che i soldati italiani devono essere percepiti come truppe amiche: "Il presidente del consiglio italiano, del resto, lo ha dichiarato ufficialmente; le truppe italiane si dispiegheranno nel Libano meridionale soltanto con l’accordo di tutti i partiti libanesi, Hezbollah compreso".
Il deputato italiano ha riconosciuto che la missione affidata alla nuova forza è ancora un po’ vaga. "La risoluzione 1701 si presta a diverse interpretazioni. Ma sono in corso concertazioni europee per giungere a un’interpretazione unitaria. Ad ogni modo, il governo italiano si pone a fianco del diritto degli arabi", ha aggiunto.
Ali Rachid ha, in seguito, definito grave la situazione attuale. "Il piano era chiaro", dice. "Per Israele si trattava di sconfiggere in pochi giorni lo Hezbollah e di disarmarlo, per farne un partito come gli altri. Ma la resistenza dello Hezbollah ha cambiato gli esiti del gioco e il piano israeliano è fallito. Oggi, tutti sono ancora sotto choc. Ma l’Italia può svolgere un ruolo positivo e sta a fianco del popolo libanese; Vuole contribuire alla ricostruzione e all’arresto delle aggressioni israeliane. Se tale posizione è considerata neutrale, allora siamo neutrali…"

Credo che altre parole siano superflue, questo il motivo per cui i pacifisti e la sinistra radicale sono favorevoli all'invio di un contingente di "pace".
D'Alema, che ha il suo elettorato a sinistra, cerca di prendere consensi anche in quell'area radicale che fino ad oggi è stata appannaggio dei vari Bertinotti e Diliberto, insomma una mossa elettorale sulla pelle dei nostri soldati.