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mercoledì, ottobre 04, 2006

Il caso Redeker / Se la scuola europea si arrende a Maometto

Velino - Il caso del professor Robert Redeker, il docente di filosofia che il 19 settembre e' stato licenziato dal liceo Pierre-Paul Riquet di Saint Orens de Gameville, in provincia di Tolosa, perche' in un articolo sul Figaro aveva criticato le reazioni islamiche al discorso del papa a Regensburg, ripropone fragorosamente un problema capitale: quello della resa progressiva dell'Occidente alle continue intimidazioni islamiste in nome di una falsa tolleranza e di un nichilismo in salsa buonista che potrebbero pian piano, una capitolazione dopo l'altra, finire per provocare una completa sottomissione, piu' o meno cosciente, del mondo libero all'ordine coranico. "Odio e violenza - aveva scritto Redeker - abitano il libro in cui ogni musulmano viene educato, il Corano. E oggi come ai tempi della Guerra fredda, violenza e intimidazione, sono i mezzi utilizzati da un'ideologia a vocazione egemonica, per imporre la sua cappa di piombo sul mondo". Espressione di un giudizio discutibile come tutte le opinioni umane, ma come tutte le opinioni umane legato all'esercizio di un diritto garantito dalle costituzioni di tutte le democrazie occidentali, queste parole del professor Redeker gli hanno procurato, una dopo l'altra, due feroci punizioni: prima una fatwa assasina lanciata da un gruppo di islamisti radicali, seguita da una raffica di minacce di morte via e-mail, con tanto di foto e indirizzo; quindi la scandalosa, codarda cacciata dalla scuola in cui insegnava, voluta dal preside dell'istituto.

Da quest'ultimo indizio di sottomissione al furore islamista non e' esagerato dedurre che presto, molto presto, dalle scuole europee non verranno licenziati solo gli insegnanti che coltivano ed esprimono qualche pensierino critico su Maometto e sul Corano, bensi' anche i loro massimi maestri. Il primo provvedimento dovrebbe colpire ovviamente Voltaire, che in una sua tragedia defini' Maometto "un mostro incomprensibile di audacia e di impostura"; e nel suo Dizionario filosofico descrisse la fede islamica come una superstizione sanguinaria che promette il paradiso a chi sgozza uno o piu' infedeli. Il secondo dovrebbe colpire Schopenhauer, che in Il mondo come volonta' e rappresentazione, dopo aver definito la religione musulmana "la forma piu' squallida di teismo", aggiunse che il Corano "non contiene nemmeno un pensiero dotato di valore". Il terzo dovrebbe riguardare Jacob Burckhardt, che nelle sue Riflessioni sullo studio della storia traccio' questo ritrattino del Profeta: "Maometto e' fanatico all'estremo, ogni liberta' in materia di religione lo riempie di sacro furore, e questa e' la sua forza principale. Il suo fanatismo e' quello di un semplificatore radicale, e come tale del tutto genuino. Era un fanatismo della specie piu' tenace, la furia dottrinaria, e la sua vittoria fu una delle piu' grandi vittorie del dottrinarismo e della banalita'". E Il quarto dovrebbe raggiungere Dante, che sbatte' Maometto all'inferno, raffigurandolo come un fantoccio spaccato a meta'; anzi, piu' esattamente, "rotto dal mento infin dove si trulla" (vale a dire dalla bazza al deretano); offrendo cosi' lo spettacolo descritto in questa crudele terzina: a le gambe "Tra le gambe pendevan le minugia, | la corata pareva, e il tristo sacco | che merda fa di quel che si trangugia".

Qualche ingenuo a questo punto eccepira' che non si licenziano i morti. Errore, grave errore. Allah esige che i suoi beffatori vengano denunciati, processati, condannati e tormentati per tutta l'eternita'. Comunque gli odierni editori (italiani e forestieri) dei libri di quegli scrittori sacrileghi sono ancora abbastanza vivi. E percio' niente dovrebbe impedire di trascinarli subito in giudizio. E prima di tutti gli altri, naturalmente, dovrebb'esservi trascinato il cavalier Berlusconi. Che come padrone diretto o indiretto di quasi tutta l'editoria nazionale continua tacitamente ad autorizzare sempre nuove edizioni e ristampe non soltanto delle opere citate, ma di un'infinita' di altri libracci analoghi. Compreso il citato poema di Dante, del quale i suoi torchi sfornano ogni anno migliaia di copie per le nostre scuole. Resta solo da definire il reato che dovra' essergli contestato. Il piu' appropriato sembrerebbe quello di concorso esterno in associazione di stampo anti-islamico. (r.g.)

da legnostorto.it