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domenica, agosto 13, 2006

Immigrazione, non può essere una scelta unilaterale

di Lino Siciliano - Mohammed Saleem è un pachistano di cinquantacinque anni, vive in Italia da più di dieci. Due mesi fa si è messo in fila alla Prefettura di Brescia con in mano la sua bella pratica compilata per chiedere la cittadinanza italiana. E proprio quando quella pratica -verosimilmente passata di ufficio in ufficio, di timbro in timbro e di firma in firma - stava per completare il suo iter, Mohammed Saleem ha sgozzato la figlia Hina, anni venti, fidanzata con Giuseppe, italiano, e quindi integrata a prescindere dagli uffici della Prefettura, dai timbri e dalle firme. Il padre integrando ha ucciso la figlia proprio perché integrata. Perché non doveva vivere con quell’italiano, perché non volevo che diventasse come le altre di qui, perché le avevo chiesto di cambiare vita e lei non voleva, le parole di Tommaso Labate su ilRiformista ci fanno riflettere e ci fanno capire che per convivere bisogna volerlo in due, non si possono fare scelte unilaterali.

Anche l'immigrazione deve essere una scelta trasversale a tutti i partiti, Londra, Parigi, Madrid o Berlino hanno già capito che il multiculturalismo alla francese o il multietnicismo all'inglese non hanno prodotto l'integrazione agognata anche dopo varie generazioni, anzi i figli rimproverano i padri di essere stati indulgenti con il paese in cui vivono. Un sondaggio chiude ogni discorso di integrazione, per l'80% dei cittadini di origini di paesi in cui vige il corano, si sentono prima musulmani e poi inglesi e per il 51% si dovrebbe adottare la sharia come legge fondamentale con tanti saluti alla democrazia.

Nella civilissima Svizzera si è fatto un referendum per scegliere di accorciare gli anni per diventare cittadino elvetico. La scelta di facilitare l'immigrazione non può essere affidata ai partiti perché l'impatto è sulla popolazione di oggi e di domani: una tale scelta deve essere affidata ai cittadini, solo loro possono decidere su un qualcosa che potenzialmente potrebbe stravolgere la vita di ogni giorno.

L'errore è che si pensa che sotto ogni popolo, grattando, trovi un occidentale. Falso, e se ci fosse bisogno di controprove, il rispetto per le donne è tanto maggiore tanto più una società è evoluta: la ragazza pakistana uccisa dalla famiglia per aver trasgredito la tradizione ha suscitato orrore negli italiani, mentre la comunità pakistana a caldo ha accettato le decisioni del padre come giuste salvo poi ritrattare per un più politicamente corretto "condanniamo". La religione musulmana non ammette che si possano sposare non islamici, quale integrazione può esserci? Quante Hina devono morire per farci riflettere su una coesistenza quantomeno problematica?

In Italia ogni anno arrivano 300.000 immigrati, siamo il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti, quindi più di qualsiasi altro Paese europeo. Un referendum è l'unica via possibile e immaginabile, siano gli italiani ad avere l'onere e l'onore di decidere del proprio futuro non come singoli ma come nazione, non può decidere una minoranza estremista e radicale, in questo l'opposizione ha una grave colpa per non schierarsi apertamente e massicciamente.