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domenica, agosto 06, 2006

Europa pacifista o debole

di Lino Siciliano - Oggi in Europa si arriva ad un paradosso, crollato il muro di Berlino, emerso in modo indiscutibile e inequivocabile il fallimento del comunismo, viene a mancare il “comune nemico” e il cemento delle relazioni transatlantiche si spezza, ed emergono tutti i limiti e le carenze dell’Europa in perenne fase costruttiva.

In realtà se l’allegra "terra di Venere", come definisce l’Europa Kagan, non è stata e non viene travolta è solo perché protetta a distanza dal potere militare statunitense.
Molti leader europei, pensano che la propria utopia kantiana della pace universale funzioni solo per le sue intrinseche virtù morali ritenute superiori, e che quindi possa essere esportata ovunque con la pace e il sorriso.
Dopo l’esperienza tragica delle due guerre mondiali nel secolo XX, gli europei hanno finito per chiudersi in un rifiuto preconcetto e acritico della guerra, e quindi per costruirsi un paradiso terrestre proprio dal quale ritengono di poter facilmente tenere a bada i nemici che la insidiano – ieri il comunismo, oggi il fondamentalismo islamico – attraverso la cultura e la diplomazia.
Oppure più realisticamente, i deboli favoriscono sempre la mediazione e la diplomazia, perché sono gli unici strumenti che hanno. All’Unione Europea non si porrà mai la questione del quando e come attaccare un altro paese, per la fondamentale ragione che non ha i mezzi per farlo. In queste condizioni, credere nella pacifica convivenza è questione di mancanza di alternative prima che di principi, il Vecchio Continente si illude che il nostro pianeta sia pronto alla pacifica convivenza.

Sono i forti che comandano e i deboli, se fossero forti, si comporterebbero nello stesso modo.
L’attitudine europea alla diplomazia e alla mediazione nell’affrontare i grossi pericoli internazionali non appartiene affatto alla storia del nostro continente, ma è solo il frutto di un progressivo indebolimento degli eserciti nazionali e della riduzione delle spese per la difesa.
L’Europa non si può permettere il lusso di essere anti-americana e gli Stati Uniti devono comprendere che non potranno mai governare il mondo da soli.

Ma il nostro continente non è un interlocutore unitario, è un Giano bifronte in cui si mescolano vari tendenze dal gollismo, all’anti-americanismo, a un forte atlantismo. Qualcuno, giudica queste diversità come una grande vitalità europea o più realisticamente una incapacità di avere una linea comune dettata da sciovinismo, da retorica, da ideologia, da diverse vedute in un immobilismo che sovente porta alla paralisi.

Oggi l’Europa anzi l’Eurabia è impotente anche a causa della forte immigrazione dai paesi musulmani che non permette al continente di prendere posizione, pena forti tumulti interni una sorta di “banlieueizzazione” della UE o peggio una nuova Londra.
L’Europa è semplicemente mummificata e senza idee, e se oggi c’è Israele come capro espiatorio della comunità musulmana, domani sarà proprio il nostro continente in un déjà vu degli ultimi giorni dell’impero romano con i suoi confini colabrodo che permisero l’invasione. Ma al contrario, di allora, oggi noi abbiamo un alleato che ci ha salvato dal nazismo, dal comunismo e che potrebbe salvarci da questo ulteriore pericolo. Se vogliamo partecipare al novus orbis terranum, al nuovo ordine mondiale bisogna che ci diamo da fare.

Alle porte c'è la Cina che pacifista non è, capiremo che il nostro primato è crollato quando Taiwan sarà attaccata, perché non è un problema di "se" ma di “quando”, e se fino ad ora non l'ha fatto è per paura di rappresaglie.
In altre parole l’Europa non ha più potuto fare a meno degli USA dagli anni ‘40 e tanto meno potrà farlo oggi, questo non significa, a scanso di equivoci, fare guerra ovunque ma più realisticamente fare un forte patto con gli statunitensi ed essere uniti e compatti per salvaguardare i nostri interessi.