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martedì, agosto 01, 2006

Canone Rai anche per cellulari e computer

di Lino Siciliano - Non molti sanno che il canone Rai è un’imposta e non una tassa e, quindi, di prestazione dovuta non in funzione della fruizione di un particolare servizio, bensì in funzione della semplice detenzione di un qualunque apparecchio astrattamente idoneo a captare l’emittenza radio televisiva.
In altre parole qualsiasi apparecchio capace di ricevere segnali televisivi è soggetto all’imposta, sia che oggettivamente lo usiate per tale scopo o meno, ad esempio i cellulari di nuova generazione abilitati alla ricezione televisiva indipendentemente se voi lo usiate per quello scopo o meno.
Considerando il tempo della diffusione di nuove tecologie sui cellulare e il fatto che i cellulari in Italia sono diffusi in qualsiasi famiglia, fra un paio d’anni il 100% delle famiglie italiane pagherà il canone e se pensiamo che sono assoggettabili anche i PC anche il 100% delle aziende pagheranno.
In una intervista su punto-informatico al dott. Vincenzo Busa direttore centrale Normativa e Contenzioso dell’ente, trincerandosi dietro una montagna di reggi decreti, leggi e leggine ammette che questo è l’andazzo.
Si sono fatte moltissime privatizzazioni comprese quelle dell’ energia (la Francia si è guardata bene dal farlo) e delle autostrade (monopolio privato) che incidono sulla vita degli italiani mentre si guardano bene dal privatizzare la Rai che incide sulle forze politiche.
Un servizio pubblico è (o dovrebbe essere) al servizio del cittadino, mentre la tv di stato è al servizio della maggioranza parlamentare di turno che cambia dirigenti a ogni cambio di governo.
Allora perchè non fare una petizione per privatizzare la Rai e toglierci questo balzello medioevale prima che ci facciano pagare il frigo perchè riesce a ricevere segnali TV.