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sabato, gennaio 20, 2007

In che modo l'Occidente potrebbe perdere

di Daniel Pipes - Dopo aver sconfitto fascisti e comunisti, l'Occidente può adesso sconfiggere gli islamisti?

D'acchito, la sua preponderanza militare fa sembrare la vittoria inevitabile. Anche se Teheran fosse in possesso di armi nucleari, gli islamisti non hanno niente di simile alla macchina militare dispiegata dall'Asse nella Seconda guerra mondiale e nemmeno a quella utilizzata dall'Unione Sovietica nella Guerra Fredda. In cosa gli islamisti vanno paragonati alla Wehrmacht o all'Armata Rossa? Alle SS o agli Spetznaz? Alla Gestapo o al KGB? Oppure ad Auschwitz o al Gulag?

Finora, più di qualche analista, incluso me, teme che ciò non sia così semplice. Gli islamisti (definiti come quelle persone che pretendono di vivere secondo i dettami della Shari'a, la sacra legge islamica) potrebbero in realtà far meglio dei precedenti totalitari. Costoro potrebbero perfino vincere. E questo perché, per quanto solidi possano essere gli hardware occidentali, i loro software contengono alcuni bug potenzialmente fatali. Tre di essi – il pacifismo, l'odio di sé e il compiacimento – meritano attenzione.

Pacifismo. Le persone colte sono ampiamente convinte che "non esiste una soluzione militare" ai problemi attuali, un mantra applicato a tutte le questioni mediorientali – al Libano, all'Iraq, all'Iran, all'Afghanistan, ai curdi, al terrorismo e al conflitto arabo-israeliano. Ma questo pragmatico pacifismo tralascia il fatto che la storia moderna abbonda di soluzioni militari. Cosa furono la sconfitta dell'Asse, quella incassata dagli Stati Uniti in Vietnam oppure la disfatta dell'Unione Sovietica in Afghanistan, se non delle soluzioni militari?

L'odio di sé. Importanti elementi di diversi paesi occidentali – specie di Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele – credono che i loro governi siano depositari del male e considerano il terrorismo come una punizione per i passati peccati. Questa attitudine del tipo "Abbiamo incontrato il Nemico. E il Nemico siamo Noi" rimpiazza un'efficace reazione con l'appeasement, inclusa una disponibilità a rinunciare alle tradizioni e ai successi. Significativamente, a questo proposito, Osama bin Laden festeggia elementi della sinistra come Robert Fisk e William Blum. Gli occidentali che nutrono odio verso se stessi sono notevolmente importanti a causa del ruolo di spicco da loro rivestito come opinion-maker nelle università, nei media, in seno alle istituzioni religiose e nell'ambito delle arti. Costoro fungono da mujahideen ausiliari degli islamisti.

Compiacimento. La mancanza di una imponente macchina militare islamista suscita a parecchi occidentali, specie di sinistra, un senso di disprezzo. Mentre la guerra convenzionale, con i suoi uomini in uniforme, le navi da guerra, i carri armati, gli aerei e le sue cruenti battaglie volte a guadagnare territori e risorse, è facile da comprendere, la guerra asimmetrica con l'Islam radicale è inintelligibile. Taglierini e cinture esplosive per terroristi suicidi rendono difficile la percezione di questo nemico come un degno avversario. Sono in parecchi coloro che, insieme a John Kerry, considerano il terrorismo come una mera "scocciatura".

Ma gli islamisti dispongono di formidabili risorse che superano di gran lunga il terrorismo su piccola scala:

-Un potenziale accesso ad armi di distruzione di massa che potrebbero sconvolgere la vita occidentale.
-Un fascino religioso che offre una più profonda risonanza e una maggiore garanzia di detenere più a lungo il potere rispetto alle ideologie artificiali del fascismo e del comunismo.
Una macchina istituzionale ideata, finanziata e organizzata in modo strabiliante, che costruisce con successo credibilità, buona reputazione e successo elettorale.
-Un'ideologia capace di attrarre musulmani di ogni tipo: dal sottoproletariato ai ceti privilegiati, dagli analfabeti a coloro che sono in possesso di un Ph.D., da coloro che sono ben inseriti nella società agli psicopatici, dagli yemeniti ai canadesi. Il movimento non tiene pressoché conto della definizione sociologica.
-Un approccio non-violento – che io definisco "rispettoso della legge" – che persegue l'islamizzazione attraverso mezzi educativi, politici e religiosi, senza ricorrere all'illegalità o al terrorismo. L'islamismo rispettoso della legge sta dimostrando di aver successo in paesi a maggioranza musulmana come l'Algeria e in quelli a minoranza musulmana come il Regno Unito.
-Un ingente numero di persone impegnate. Se gli islamisti costituiscono il 10-15 per cento della popolazione musulmana mondiale, il loro numero ammonta tra i 125 e i 200 milioni di persone ovvero essi superano di gran lunga il numero complessivo dei fascisti e dei comunisti mai vissuti.

Pacifismo, odio di sé e compiacimento procrastinano la guerra contro l'Islam radicale e provocano eccessive vittime. Solo dopo aver assimilato le catastrofiche perdite di cose e di vite umane gli occidentali che tenderanno a sinistra probabilmente supereranno questa triplice afflizione e affronteranno la reale portata della minaccia. Il mondo civilizzato probabilmente poi prevarrà, ma tardivamente, e dopo aver pagato un prezzo più alto del dovuto.

Se gli islamisti dovessero diventare ragionevoli e non ricorressero all'uso delle armi di distruzione di massa, percorrendo invece la strada legittima, politica e non violenta, e se il loro movimento dovesse rimanere vitale, sarà difficile vedere cosa li fermerà.

da www.danielpipes.org

martedì, gennaio 09, 2007

Wielgus ed i servizi al comunismo

di Davide Giacalone - Le coscienze a corrente alternata commentano la vicenda di Stanislaw Wielgus, ma non sono disposte a capire quel che significa per sé. Quel prete aveva collaborato con i servizi che facevano capo all'Unione Sovietica ed ora, che s'apprestava a divenire arcivescovo di Varsavia, quel passato lo afferra. Siamo in Polonia, la patria di prelati uccisi, come Jerzy Popielusco, quella del pontefice che i sovietici tentarono di ammazzare. Siamo anche nella Polonia del generale Jaruzelski, che con il colpo di Stato del 1981 non spianò certo la via alla libertà, ma protesse il Paese dall'invasione sovietica. La storia è complessa, nel suo divenire quotidiano non traccia confini impermeabili. Un giorno sentiremo riparlare di Agostino Casaroli, della politica vaticana nei confronti dell'Urss. Un giorno sapremo qualche cosa di più su Emanuela Orlandi, inghiottita da una guerra attorno, e forse anche dentro al Vaticano. Oggi le dimissioni di Wielgus, che le si accolga con sollievo o con rammarico, ci dicono che quel passato è ancora vivo.

Già, ma come fa ad essere vivo per un polacco, che ha vissuto sotto una dittatura, ed essere considerato morto, archeologico, pretestuoso per tanti italiani, che hanno vissuto in libertà, quindi in grado di scegliere? La colpa di Wielgus (se esiste) sarebbe quella di avere anteposto il servizio ai sovietici ai doveri di fratellanza nella fede. Noi viviamo circondati da ex comunisti che anteposero, pagati, la fedeltà ai sovietici alla sicurezza degli italiani, ma se lo facciamo osservare siamo degli invasati, dei fanatici, dei visionari. Siamo l'unico Paese al mondo che ha mandato tre comunisti (tre) a commemorare quei morti di Budapest che quando venivano ammazzati loro applaudivano. Ma non si deve dirlo, non sta bene. Per noi quel passato deve essere seppellito, per Wielgus riesumato.

Ecco, visto che il culturale ex comunista si fa dare una lezioncina di serietà e trasparenza dalla chiesa, noi crediamo che ci sia un solo modo per far passare quel passato: conoscerlo. Molti di quegli uomini sono omertosi per alleviare la vergogna di sé, quel che vive del loro passato. La nostra tenacia anticomunista serve a propiziare la verità e difendere la libertà, e serve ad una sinistra che ritrovi orgoglio e forza innovatrice, seppellendo i suoi mostri.

da
www.davidegiacalone.it